giovedì 10 giugno 2010

Siamo...come posso dire...in alto mare!


Poco tempo fa riflettevo su un concetto che mi è barcamenato in testa.
L'attesa.

Tutti noi siamo in attesa. Una chiamata, un segno, una risposta, una conferma, un gesto...
Sin qui ok, tutto normale, prevedibile, già detto, risaputo. Ma ti sei mai chiesto cosa tutto ciò provochi?
Per esempio, sei in attesa di un'importantissima risposta ad un tuo colloquio, dubbio, domanda; la tua mente non fa altro che ragionarci su, fantasticare e, quando va male, si illude da sola.

Si entra così in un vortice che a primo impatto sembra innocente, ma poco dopo ti ritrovi senza fiato, come in una sorta d'astinenza.
Il fantasticare diventa la tua peggior droga!
Passi le giornate disegnando nella tua mente il fatidico "mondo del se".

"Se avessi fatto... se avessi detto.. se avessi proposto.. se avessi detto di si o magari di no.. se avesse piovuto, se avesse fatto caldo... se avessi portato con me, se avessi chiamato, avvisato..."

E' una condizione così stretta che ci si stufa rapidamente.
Di dirlo. Ma non di pensarlo! Peggio ancora, non trovi?
I pensieri non detti, quelli che tieni solo per te, son quelli che ti terranno compagnia più a lungo, l'hai notato? E ti dirò di più, sono i peggiori in quanto non hai scampo!

Ma cosa ci spinge a schiavizzarci così tanto?
Lo stato d’animo di noi granelli in attesa, cioè il desiderio, l’ansia di riuscire nel nostro intento.

Chiedi se c'è di più? Ahimè si.
Se si parla di relazione, d'amore, siamo...come posso dire...in alto mare!

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